Per gli amanti dello squonking o per chi volesse provare una sigaretta elettronica entry level ma con un’ottima resa, la Pico Squeeze di Eleaf rappresenta un ottimo compromesso.
Una box mod bottom feeder semi meccanica, dalle dimensioni ridotte e praticissime, da portare sempre con sé in ogni situazione, sia come “muletto” in caso di necessità, sia come dispositivo di svapo per tutti i giorni.
Cos’è e com’è fatta la Pico Squeeze
Disponibile in diversi colori, la box mod Pico Squeeze ha un corpo compatto e maneggevole, semplice nelle linee e pratico nell’utilizzo.
Un unico pulsante sul fianco della mod, da premere 5 volte per attivare e disattivare il dispositivo, accende o spegne il piccolo led che indica lo stato dell’apparecchio.
Non ci sono circuiti che controllano la tensione che può raggiungere un massimo di 50W per resistenze da 0,15 fino a 3,5 ohm a seconda del tipo di svapata che si vuole ottenere.
La batteria 18650 che si inserisce dall’alto nell’alloggiamento posto a fianco al serbatoio può essere sostituita o ricaricata tramite cavetto USB.
Essendo una bottom feeder, la tank da 6,5 ml è in plastica morbida, in modo che possa essere spremuta per lo squonking: un tubicino inserito nel serbatoio, in metallo rigido dotato di fori per l’ingresso del liquido, una volta premuta la boccetta, lo fa risalrire verso l’alto, portandolo alle resistenze.
Per quanto riguarda l’atomizzatore, la Pico Squeeze monta modelli da 22 mm. Il deck alloggia due resistenze simmetriche, all’interno delle quali va sistemato il cotone da impregnare con il liquido prescelto.
Il cap che chiude l’atomizzatore dispone di due grandi fori laterali per l’aria in corrispondenza delle coil, adattabili sia a una svapata per il solo tiro di guancia che per una più profonda.
I vantaggi della Pico Squeeze
Come abbiamo già detto, questo modello è estremamente pratico anche per chi volesse cominciare a svapare con una semi meccanica.
La rigenerazione dell’atomizzatore è estremamente facile e pratica, potendo scegliere di montare resistenze già pronte oppure fai da te. Anche la sostituzione della batteria e del serbatoio sono estremamente semplici.
Il costo del kit è estremamente ridotto, anche se la batteria non è inclusa, ciò che rende la Pico Squeeze a distanza di anni dalla sua uscita un prodotto ancora competitivo e appagante.
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Gli svantaggi della Pico Squeeze
Sebbene le opinioni degli utenti della Pico Squeeze siano per lo più entusiastiche sui livelli di performance e praticità del dispositivo, bisogna segnalare alcuni inconvenienti della box che bisogna tenere a mente prima di acquistarla.
Ad esempio, un punto debole della Pico Squeeze è la frequenza con cui va sostituita la boccetta del liquido perché si deteriora con l’uso e, se inizialmente è difficile da staccare dal supporto, perde progressivamente capacità di ancoraggio, tanto da dare luogo a fenomeni di fuoriuscita del liquido.
Pico Squeeze 2
Concludiamo facendo una rapida panoramica sull’evoluzione della Pico Squeeze by Eleaf, soffermandoci sulle principali differenze.
Il modello aggiornato della Pico Squeeze risponde all’esigenza di dotare il dispositivo di una personalizzazione maggiore, potendo modificare parametri quali resistenza, temperatura ed erogazione della potenza tra 1 e 100W.
Sebbene il supporto rimanga di buona qualità, il successo della Pico Squeeze 2 non ha mai raggiunto quello dell’originale, soffrendo di un peso maggiore e di una minore praticità.
Il corpo della box infatti è più grosso, più pesante e meno maneggevole, con un display dotato di tasto polifunzionale piuttosto piccolo che rende difficoltosa la navigazione nel software della sigaretta elettronica.
La principale differenza a livello strutturale è la presenza di un’unica resistenza, che va montata con una certa esperienza, e la modifica della cupoletta dell’atomizzatore, su cui è presente un solo foro per l’aria.
Infine, altre grande differenza rispetto alla prima, è che la Pico Squeeze 2 monta una batteria modello 21700 per garantire una migliore tenuta della tensione erogata.
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