Qualche anno fa rimbalzava la notizia sui social e sui canali d’informazione online del lancio delle sigarette elettroniche Marlboro, annunciato il 20 novembre 2013 da André Calantzopoulos, l’allora amministratore delegato di Philip Morris International, durante una consumer conference dell’azienda.
Eppure non esistono “sigarette elettroniche Marlboro” se le cerchiamo in questo modo in rete, dunque che fine hanno fatto?
Un po’di chiarezza
L’iconico marchio Marlboro, ideato dal designer italoamericano Frank Gianninoto nel lontano 1955, è uno dei più famosi e riconoscibili al mondo, sponsor ufficiale delle case automobilistiche di Formula1 come la McLaren, l’Alfa Romeo e la Ferrari.
Le rosse leggendarie sono prodotte, tuttavia, dalla Philip Morris, il gigante dell’industria del tabacco e che oggi va sempre più specializzandosi nel settore delle alternative alle sigarette tradizionali.
Ecco dunque di che si tratta quando si parla delle sigarette elettroniche Marlboro: ciò che veniva annunciato nel 2013 altro non era che l’arrivo sul mercato dei riscaldatori di tabacco IQOS, grande innovazione che per la prima volta eliminava la dannosa combustione delle foglie della pianta, sostituendola con un sistema di tostatura che ne riduceva sensibilmente la pericolosità nell’inalazione.
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I prodotti per le sigarette elettroniche Marlboro
In un primo momento le cartucce per l’IQOS mantennero il nome Marlboro per cavalcare l’onda della popolarità che il marchio riscuoteva a livello mondiale.
La linea delle Marlboro HeatSticks ha ceduto il passo nel 2016 alle oggi diffusissime HEETS, anche se, di fatto, si tratta semplicemente di un rebranding, conservando le stesse formulazioni di tabacco precedenti.
Con il tempo anche la dicitura “sigarette elettroniche Marlboro” ha perso il suo significato, poiché il concetto di riscaldatore di tabacco e di tabacco riscaldato si è svincolato da quello dei dispositivi per la vaporizzazione dei liquidi per sigarette elettroniche.
Per precisa intenzione della Philip Morris International, il distaccamento che si occupa dello sviluppo delle tecnologie per il fumo alternativo dell’azienda madre Altria Group Inc., le sigarette elettroniche Marlboro soppianteranno prima o poi quelle tradizionali, come ha sottolineato André Calantzopoulos: “Vogliamo smettere di vendere sigarette. Abbiamo investito buona parte delle nostre risorse nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti senza fumo. Ma ci vorrà del tempo per realizzare questa importante trasformazione”
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Marlboro HeatSticks VS HEETS: quali le differenze?
Come abbiamo visto, sia le HEETS che gli stick Marlboro for IQOS sono realizzati appositamente per il dispositivo dalla Philip Morris. Sia le prime che le seconde contengono lo stesso quantitativo di nicotina, pari a 0,5 mg.
La differenza sostanziale che si può ravvisare tra le due serie di cartucce di tabacco da riscaldare sta nell’intensità dei gusti e nella varietà degli aromi proposti.
Le HEETS sono più dolci, hanno un hit meno marcato, mentre le Marlboro HeatSticks hanno un sapore tendenzialmente più ricco.
Mentre le HEETS, poi, hanno preferibilmente nomi di colori (Bronze, Amber, Yellow, Blue, Sienna etc), le Marlboro HeatSticks ricordano più da vicino i nomi delle sigarette tradizionali, compresi i gusti al mentolo oggi non più commerciabili: Smooth Regular, Balanced Regular, Tropical Mentol, Purple e Yellow Menthol.
Naturalmente, ci sono alcune sovrapposizioni in tutto e per tutto interscambiabili, come ad esempio Red Label HEETS e l’heatstick Marlboro REGULAR, che ricordano entrambi da vicino la Marlboro Rossa per eccellenza.
Anche le aree di diffusione sono differenti: mentre le HEETS sono commercializzate soprattutto in Europa, nel Medioriente, in Africa e nel sudest asiatico, gli stick per le “sigarette elettroniche Marlboro” sono disponibili nell’est europeo, negli USA, nell’est asiatico e soprattutto in Giappone.
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